domenica 28 febbraio 2010
sabato 27 febbraio 2010
Pasticcio di carciofi
Pasticcio di carciofi
Ingredienti
carciofi 15
confezione di pasta sottile per lasagne 1
farina di riso basmati 100 gr
brodo di gambi di carciofo 1 litro
aglio 1 spicchio
vino bianco mezzo bicchiere
parmigiano 100 gr
Olio, noce moscata, sale e pepe
per 6-8 persone
Preparazione
Mettere i gambi (puliti) dei carciofi in un litro d’acqua salata e far bollire per 1 ora.
Pulire i carciofi e dividerli in sei spicchi. Cuocerli in un tegame con quattro cucchiai d’olio e uno spicchio d’aglio. Salare e dopo 10 minuti aggiungere un po’ di vino bianco e continuare fino a cottura. Togliere l'aglio.
Scolare i gambi e aggiungere al loro brodo la farina di riso mescolando bene.
La farina di riso si ottiene sminuzzando il riso nel frullatore fino a quando non diventa polvere.
Si ottiene una besciamella veloce, un po’ granulosa, leggera e con un sapore delicato. Alla fine aggiungere un po’ di parmigiano e noce moscata.
Due cucchiai di besciamella sul fondo della teglia, poi stendere le lasagne, sopra un po’ di carciofi, qualche cucchiaio di besciamella, parmigiano, poi ancora le lasagne….e continuare così.
Terminare con le lasagne e ricoprire bene con besciamella e un poco di parmigiano
Mezz’ora in forno a 190 gradi.
venerdì 26 febbraio 2010
mercoledì 24 febbraio 2010
Un premio !

lunedì 22 febbraio 2010
Mandorle amare
Leggere il libro di Maria Grammatico e Mary Taylor Simeti “Mandorle amare – Una storia siciliana tra ricordi e ricette”, Flaccovio Editore, Palermo, è stata un’esperienza che lascia il segno.
Come ha lasciato un ricordo forte la visita, molti anni fa a Erice alla pasticceria di Maria Grammatico, la grande pasticciera di cui parla il libro.
Nella sua pasticceria sono rimasta strabiliata dalle sue proposte, paste di mandorle in mille modi… ripieni di cedri canditi…dolci, paste e pastine squisite di autentica tradizione siciliana.
A distanza di anni mi capita ancora prima delle feste (a Natale ma anche a Pasqua –l’agnello di pasta di mandorle !) di chiedermi come potrei riuscire ad avere sulla mia tavola qualche dolcetto della produzione della signora Maria.
Il libro l’ho letto senza interruzione, tanto era l’interesse per le cose che scoprivo. E con questo libro sono riuscita a ridarmi un assaggio delle sue creazioni.
Il libro racconta, oltre alle sue ricette, la sua vita, il suo dover andare in collegio con le suore, le mortificazioni di quei tempi, la separazione dal resto del paese…..
Le suore , terribili, ma con una pazienza e un’abilità e una raffinatezza nel fare dolci…!
Maria ha avuto un grande riscatto da quegli anni , perché stando là ha imparato …tutto !
E’ diventata una grande pasticciera che ha continuato a darci dolci della tradizione, buoni come sempre o come non mai.
Grazie signora Maria.
Qui alcune informazioni sulla sua Pasticceria e qui un suo racconto.
Dal suo libro la seguente ricetta.
Palline all’arancia
Ingredienti
Mandorle pelate gr 200
Zucchero semolato gr 200
Altro zucchero per la lavorazione
Arancia brasiliana mezza con la buccia
Ruhm un cucchiaio
Estratto di mandorla 1 cucchiaino (se desiderato)
Preparazione
Mettere mandorle, zucchero e arancia in un tritatutto elettrico o un tritacarne, e ridurre alla consistenza di un couscous. Aggiungere ruhm e eventualmente l’estratto.
Spolverare di zucchero il tavolo di marmo. Lavorarci sopra il composto, poi dividerlo a metà, e formare di ciascuna una salsiccia di 3 cm di diametro. Tagliare in pezzetti lunghi 3 cm. Immergere i lati tagliati nello zucchero, e poi rotolare il pezzetto fra le mani per formare una pallina. Rotolare la pallina nello zucchero, e posarla su un vassoio ad asciugare per 3 ore. Porre ogni pallina in una tazzina di carta e conservarla in un contenitore chiuso per 3 o 4 giorni prima di servire.
Richiuse ermeticamente queste palline si mantengono per diverse settimane.
Resa: circa 24 palline.
Nel farle ho aggiunto 6 gocce di estratto di mandorle perché non mi fidavo della bontà delle mie mandorle e ho composto le palline, senza salsicce nello zucchero, ma aiutandomi con un cucchiaino direttamente dall’impasto allo zucchero.
Squisiti !
sabato 20 febbraio 2010
Dal mare della Toscana alla Lombardia
Alici fritte
Vi sarete accorti che sono stata in Toscana e ho ripreso un sottile legame con la cucina delle mie parti.
In questa ricetta l’unica variante, l'unica cosa degna di nota, è che le alici le passo nella farina di mais.
Così, soltanto.
Eccole, qui sotto, pronte dopo aver sostato due minuti nell’olio bollente.
Salare e mangiare subito.
La panatura con la farina della polenta soddisfa anche abbastanza chi ha nostalgia di quelle alici passate nell’uovo poi nel pangrattato…..
giovedì 18 febbraio 2010
Dalla Toscana alla Lombardia

ZUPPA LOMBARDA
Il cavolo nero si cucina solo se ha “preso una gelata”, su questo non c’è dubbio. E qui in Lombardia il gelo quest’annno non c’è mancato.
Nell’orto ormai sono rimasti solo loro, incredibili verdure alle quali il freddo fa un baffo.
La zuppa lombarda è una cosa semplicissima, quasi banale. Di lombardo non ha niente, è toscanissima.
Sembra che in tempi remoti sia stata inventata per dare un pasto caldo ai lavoratori lombardi (instancabili anche allora) in Toscana ,
Si fanno bollire dei fagioli cannellini (con aglio e salvia).
Si versa un po’ di brodo di cottura dei fagioli in una fondina, si mette una fetta di pane abbrustolita e toccata appena con aglio, sopra la quale va poi una cucchiaiata di fagioli, olio sale e pepe.
Ho fatto una variante. Sopra al pane ho messo anche del cavolo nero cucinato in padella con uno spicchio d’aglio.
Più toscana di così !
lunedì 15 febbraio 2010
E' da tempo che la cercavo !

Dopo tante ricerche ce l’ho fatta, l’ho trovata !!
La gioia d’averla trovata dopo aver visitato un po’ di vivai, ha mediato sullo sconforto per la sua modesta dimensione.....Avrà meno problemi di attecchimento !
La metterò a dimora a Pantelleria e speriamo che sopporti bene il viaggio.
Nel mio immaginario sognavo di piantare “un mare” di Euphorbia resinifera…….
Prima di vederla come in quest’altra foto, ne passerà del tempo !!!
sabato 13 febbraio 2010
Tenerezze
Dolce all’arancia e mandorle
Ingredienti
Zucchero gr. 250
Arancia bollita 1
Mandorle bianche tritate gr. 300
Uova 5
Preparazione
Questa ricetta è un must della zia Rachele. E’ una torta sempre buona, sempre riproponibile.
Bollire l’arancia per 1 ora e poi frullare.
Montare rossi d’uovo e zucchero fino a quando risultano chiari e spumosi
Aggiungere ai rossi d’uovo la farina di mandorle, l’arancia bollita e in fine le chiare d’uovo montate a neve. Mescolare dal basso verso l’alto.
Mettere in una tortiera imburrata e infarinata con …..farina o semolino
In forno per 1 ora a 170°
mercoledì 10 febbraio 2010
Solo con questo freddo un gelato così !

Il giardino è ancora tutto gelato, eppure ci sono già dei segnali ….sotto la brina l’erica ha comincino ad aprire i suoi fiori. Forse è soltanto impazzita.
Questo gelato ipercalorico com’è lo si può mangiare solo adesso. Da provare ! In tazzine piccole…
Gelato di cioccolato con arancia candita
Ingredienti:
Panna 350 gr
Burro 100 gr
Zucchero 100 gr
Cacao amaro 100 gr
Arancia candita
Tuorli n.3
Montare la panna
Tritare la cioccolata e fonderla a bagnomaria con il burro
Sbattere lo zucchero con i tuorli e poi aggiungervi la cioccolata con il burro, la panna montata, il cacao setacciato.
Per ultimo inserire l’arancia candita tagliata a piccoli pezzi e mescolare dal basso verso l’alto.
Passare nella gelatiera per il raffreddamento e per montare ancora il gelato.
In assenza di gelatiera mettere l’impasto così com’è in freezer e tirarlo fuori all’inizio del pranzo.
Il viaggio in Cambogia

lunedì 8 febbraio 2010
A chi è in montagna...
buon divertimento !!!!
Sbriciolare minuziosamente del pane e mettere le briciole fuori, in un punto riparato e tranquillo.
I miei primi cioccolatini !
Il rischio è quello di scadere nel banale, aprendo questo blog l’ho intuito e temuto.
Farò al meglio e farò per quello che posso.
Mi serviva una ricetta nuova, qualcosa che fosse un po’ una sfida, come lo è stato l’apertura del blog.
E allora cioccolatini ! Mai fatti, mia visti fare. Fortunatamente la rete è veramente una rete di sostegno, ho preso spunto da qui ho fatto un po’ a modo mio.
Solo dopo averli fatti ho scoperto Nanni , che meraviglia ! Che precisione, che strumenti, la base di marmo poi…!
Ingredienti
cioccolato fondente 70% gr 200
Per la ganache:
cioccolato bianco gr 40
scorza d’arancia grattugiata 1 cucchiaino
arancia candita sminuzzata 1 cucchiaino
cointreau 1 cucchiaino
Preparazione
Ho letto bene le istruzioni, predisposto tutti gli strumenti a portata di mano e sono partita per la realizzazione “classica”
Peccato che a metà lavori il termometro sia impazzito, ma ormai dovevo andare avanti !
La prossima volta, per lavorare il cioccolato e farlo diventare adatto per la realizzazione di lucidi cioccolatini, invece del metodo “classico” proverò il metodo “a induzione”!
Questo per limitare un po’ la “dispersione” del cioccolato…… Fortunatamente ero sola in casa perché il tavolo, le posate, i leccapentole, la spatola…era tutto un appiccicume di cioccolato ….
A bagnomaria ho sciolto gr. 150 idi cioccolato fondente e raggiunti i 40 ° l’ho messo sopra un vassoio di ceramica (non ho il marmo !) e ho cominciato a spatolarlo.
Raggiunti 28° l’ho rimesso a sciogliersi a bagnomaria.. praticamente un attimo dopo (32°) l’ho tolto, spatolato e messo nello stampo per cioccolatini.
Ho fatto poi sgocciolare il cioccolato in modo che restasse solo sulle pareti e ho messo lo stampo in frigorifero (dopo aver ben pulito la sua superficie) per 20 minuti.
Per il ripieno ha fatto fondere il cioccolato bianco, aggiunto il cointreau e l’arancia candita e la buccia d’arancia.
Ho fatto raffreddare il tutto e dopo ho messo il ripieno negli stampini dei cioccolatini facendo attenzione a non riempirli completamente.
A bagnomaria ho fatto fondere i rimanenti 50 gr di cioccolato, amalgamando. Appena ha incominciato a sciogliersi ho aggiunto anche il cioccolato fondente residuo della prima fase.
Ho ripetuto i rituali 40°; tolgo, spatolo e porto a 28°, e sempre a bagnomaria lo riporto a 32°…
A questo punto l’ho versato nello stampo per formare la base dei cioccolatini.
Ho pulito poi bene con la spatola la superficie dello stampo e l’ho messo in frigo.
I cioccolatini li ho poi tolti dalle loro sedi con un colpo deciso sul tavolo il giorno dopo.
sabato 6 febbraio 2010
E' tempo di compleanni !
Sono cresciuti e penso che sia il momento di dare loro la ricetta della torta Sacher che per tanto tempo, immancabilmente, ha sostenuto le candeline dei loro anni.
Questo non vuol dire che smetterò di farla, anzi ….!!!
Ingredienti
Cacao amaro in polvere 3 cucchiai
Vino rosso mezzo bicchiere
Zucchero gr 300
Burro gr 200
Farina gr 125
Uova 4
Rhum i bicchierino
Lievito 1 bustina
Vanillina 1 bustina
Marmellata di albicocche 1 vasetto
Sale 1 pizzico
Preparazione
Mettere in un pentolino il cacao, il vino rosso e lo zucchero e cuocere per 5 minuti.
Continuare a girare perché l composto tende a fuoriuscire. Togliere dal fuoco e aggiungere il burro mescolando bene.
Far raffreddare e poi aggiungere 4 tuorli (uno alla volta e mescolando bene).
Togliere una tazza (poco più di una tazzina da caffè) del composto e lasciare da parte.
Aggiungere al composto rimasto la farina, il rhum, il lievito, la vanillina, un pizzico di sale e dopo aver mescolato, gli albumi montati a neve. Mescolare ancora dal basso verso l’alto.
Cuocere 1 ora in forno a 170 °.
Quando la torta è fredda tagliare in due e farcire con la marmellata di albicocche. Se la marmellata fosso troppo solida ammorbidirla con due cucchiai di latte.
Richiudere la torta e versarvi sopra la tazza di composto lasciato da parte prima.
Spalmare bene anche sui lati e lasciar asciugare per qualche ora.
venerdì 5 febbraio 2010
Erbacce

Ho la coda di paglia con la salsapariglia (Smilax Aspera). Addirittura le ho dedicato questo blog… va be’ che quel nome mi permette di giocare un po’ su un’equivoco culinario…
E’ una bella pianta, tutta fili spinosi, che si avviluppa …ovunque.
Bacche rosse lucide quando intorno non ci sono fioriture e colori.
Io tendo a conservare tutto e non capivo perché avrei dovuto toglierla dal giardino, sradicarla, quasi eliminarla.
Certo dove aveva più vigore era un disastro: piante sommerse, soffocate e cespugli incredibilmente grandi.
L’ho fatto, ho dato l’OK, solo dopo però che mi hanno assicurato che tanto ritornerà, non c’è scampo….fortunatamente.
Un’altra “erbaccia” che sommerge, soffoca, invade è la clematide cirrhosa, in più questa pianta d’estate, che il momento che ci godiamo il giardino…è brutta ( fili secchi marroni arrotolati su altre piante)
A novembre quei fili si trasformano, si riempiono di foglie e di fiori bianchi a campana che emanano un delicato profumo.
Chissà, dev’ essere il profumo che ha fatto la differenza… mi sono opposta, e in alcune zone del giardino continuerà a vivere, speriamo indisturbata.
giovedì 4 febbraio 2010
Post n. 1

La parola che mi guida è “casa”.
Mi sento come una donna primitiva che inventa con legni e frasche un posto che scaldi e accolga.
Difficile impresa allora ma anche per me con questo blog.
Cerco un posto per stare con gli altri anche quando sono lontana, cerco un luogo per condividere “pappe buone”, cerco una finestra per mostrare le mie fioriture.
E poi mi piace la sfida !