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Le prime trenta foto sono state fatte in Laos, abbiamo visitato Luang Prabang e Ventiane ma due parole preferisco spenderle per parlarvi del Myanmar, dove siamo rimasti più a lungo, abbiamo visti posti diversi rispetto al viaggio dell'altro anno e rivisto posti di grande fascinazione come, per esempio, la Shwedagon Pagoda di Yangoon che si vede nella foto sopra.
Il viaggio in Myanmar quest'anno era centrato su due punti particolari: i festeggiamenti per la luna piena e la scoperta di alcune etnie.
La luna piena di novembre viene festeggiata in modo particolare, con feste che durano diversi giorni, è il momento anche per i monaci di raccolte straordinarie. Le persone organizzano delle processioni dove ballano, cantano, portando degli alberi simbolici pieni di doni e omaggi per i monaci. Abbiamo visto scolaresche procedere verso il monastero, famiglie e famiglie, gruppi etnici diversi procedere festosi a donare ai monaci. Il momento dell'offerta è una gioia manifesta e collettiva del popolo birmano.
Alla festa delle mongolfiere di Taunggyi nel pomeriggio gruppi di ragazzi festeggiano la luna piena portando mongolfiere con forma di animali e le lasciano andare in cielo tra canti e balli in onore a Buddha. La notte invece le mongolfiere lasciano andare in cielo fuochi d'artificio, oppure sono strutture grandi come un condominio con tantissimi lumini appesi che formano poi disegni luminosi nel cielo. Una poesia in un contesto di grande luna park dove la ruota panoramica è azionata da ragazzi che spostandosi fanno da contrappeso, dove le slot machine sono rinventate con tavoli inclinati e con rudimentali corde che tirate lasciano scendere degli enormi dadi disegnati....
Quello che colpisce è l'ingenuità di un popolo che poi sa essere anche grande, nell'inventarsi quello che non può avere, nel testimoniare la propria fede, nell'accogliare l'altro con generosità e dignità, nella regalità di tante donne, nell'aprirsi e raccontare, nella gioia per i successi verso la democrazia che a noi paiono poca cosa...
Abbiamo visto l'etnia Kayan dove le donne hanno chili e chili di anelli al collo fino a farle sembrare giraffe, e più il collo si allunga più è prestigiosa la persona... Questa etnica ha ancora riti tribali con sacrifici animali....
In compenso ci si sente a casa, si fa per dire, con l' etnia Pa-O grandi coltivatori di orti galleggianti sul lago Inle, o a far foto con le ragazze Kayar stupite dalla nostra presenza...
No, non abbiamo incontrato i Naga, che fino agli anni 60 erano orgogliosi tagliatori di teste, tribù dove sono le donne a scegliere i mariti e possono sceglierne anche più di uno...
E non abbiamo incontrato neanche le persone della tribù Amm che si lavano solo due volte (prima del matrimonio e dopo morti) e si tingono i denti di nero perché i denti bianchi ricordano quelli dei cani...
Tra processioni piene di luce con donne elegantissime e bambini allegri e ragazzi e uomini a volte un po' bevuti e scalmanati, tra tramonti fiammati sul lago Inle, tra rovine di palazzi ricchissimi di sculture che ci trasmettono una eleganza di sentimenti e di fede, tra terreni coltivati che sembrano tavolozze di un pittore raffinato, tra monaci e suore colorati, tra mille e una sorpresa, siamo tornati più sereni, consapevoli che quello che ci affascina del Myanmar è la grande dignità delle persone, una grande bella ricchezza.
Alu Kong Bong è il nome di un piatto di patate e verdure che abbiamo mangiato spesso durante il viaggio in Myanmar. E' un piatto saporito, la sua composizione varia spesso e ho cercato di riprodurlo nella versione che più mi è piaciuta.
Ingredienti
patate in quantità predominante
carote
cornetti
cipolla
aglio
zucchero
salsa di soia
zenzero
curcuma
olio
sale e pepe
Preparazione
Bollire separatamente le patate, le carote, i cornetti a pezzetti e scolarli assolutamente poco cotti. Le patate, volendo, si possono poi friggere in poco olio, giusto per averle un po' rosolate.
Soffriggere in poco olio la cipolla affettata, l'aglio e lo zenzero tagliati fine. Aggiungere salsa di soia e continuare a cuocere per 10 minuti a fiamma bassa.
Aggiungere le verdure, mezzo cucchiaino di zucchero (per un padella per sei persone), un cucchiaino scarso di curcuma, se necessario due cucchiai di acqua calda, aggiungere sale e pepe e lasciar cuocere ancora 10 minuti.
In Myanmar tra le verdure c'erano anche dei delicatissimi baccelli di piselli che qui, almeno adesso, proprio non si trovano.