giovedì 30 dicembre 2010

Buon Anno !!!


Ho aperto la porta all'anno nuovo..... speriamo in bene !!   
Buon anno a tutti voi e grazie per la presenza, l'attenzione e,  ma sì anche se non ci conosciamo,  l'affetto che ho ricevuto in questo anno !!!! 



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lunedì 27 dicembre 2010

Panforte


Dolce senese,  tipico natalizio,  il Panforte ha un'origine molto antica.  Con l'arrivo, nella seconda  metà del XIII secolo,  delle spezie  dall'oriente si ha già  documentazione  del Panpepato, antenato dell'attuale Panforte.
Si racconta che  i primi a preparare i Panpepati furono le suore camaldolesi di Montecelso presso Fontebecci.
Anche se, su alcuni documenti, si dice che alcuni servi e coloni del monastero fossero obbligati a  portare come dono alle monache dell'Abbazia di Montecelso "panes melatos e pepatos"....
La leggenda vuole invece che il Panpepato sia stato creato da suor Ginevra, che chiusasi in convento per dispiaceri amorosi, mentre era intenta a preparare il panmelato sentì delle voci dalla strada e apprese che il suo amato non era morto nelle Crociate... e per la gioia incominciò a buttare nell'impasto che stava preparando  frutta secca, canditi, spezie...creando così il panpepato.
Però un'altra leggenda vuole che sia suor Berta a preparare il primo Panpepato, la suora preoccupata per le condizioni dei senesi debilitati per l'assedio della città, preparò questo dolce altamente energetico.
E si parla anche di una suor Leta che raccogliendo dalla madia le spezie e la frutta secca fuoriuscita dai sacchi, con l'aggiunta poi di miele abbia fatto questo saporitissimo dolce. 
Grazie alla via Francigena, che passando per Siena collegava Roma con l'Abbazia di Canterbury,  il Panpepato si diffuse da Roma alle corti austriache.

In occasione della visita a Siena della regina Margherita di Savoia nel 1879, in visita per il Palio d'agosto,  il Panpepato viene modificato, reso più gentile con la vaniglia a posto del pepe nero,  alleggerito un po' delle spezie, ricoperto di zucchero a velo  e diventa così  l'attuale  Panforte Margherita.
Anche l'Artusi nel suo libro "La Scienza in cucina e l'arte di mangiare bene" nel 1891  raccomanda il Panforte come dolce natalizio.

Le mie origini toscane reclamano per le feste un buon panforte e questa è la ricetta che ho elaborato,  alleggerendo ancora un po' le dosi delle spezie, omettendo lo zenzero......


Ingredienti

mandorle 360 gr
nocciole 140 gr
cedro e arancia canditi 230 gr
datteri grossi 4
prugne secche denocciolate 4
fichi secchi 4
farina 250 gr
noce moscata in polvere 1 cucchiaino
cannella in polvere 1 cucchiaino
zucchero 300 gr
miele 1 tazza
zucchero a velo
Ostie diametro 15 cm.


Preparazione

Tostare le mandorle e le nocciole in forno a 180° per circa 10 minuti. Alcuni  minuti in più se le mandorle e le nocciole hanno la pellicola esterna, dopo sfregarle in un asciughino per toglierla.
Sminuzzare  metà delle mandorle e metà delle nocciole.
Tagliare a cubetti piccoli i cedri e l'arancia canditi; tritare fichi, prugne e datteri e unire il tutto alle mandorle e nocciole intere e tritate. Setacciarvi sopra farina e spezie.
A fuoco basso in un pentolino sciogliere lo zucchero e il miele e far cuocere per circa 10 minuti.
In una pentola con un bel fondo spesso, unire miele e zucchero sciolti e il resto degli ingredienti.
Mescolare energicamente e a fuoco basso fino a quando tutti gli ingredienti non siano diventati un impasto omogeneo.
Carta da forno sulla teglia del forno, disporre tre ostie se si vogliono dei panforti alti solo 2 cm, altrimenti usare solo due basi.
Le ostie le ho prese in un negozio di articoli per la chiesa (mi sentivo tanto una suora camaldolese...) ma Plurimix Bosch  le vende anche per corrispondenza.
Appiattire l'impasto sulle ostie con le mani umide e cuocere in forno per 20 minuti a 160°.
Quando tutto è freddo spolverizzare con zucchero a velo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Ornella "Natale e dintorni: dolcezze da tutto il mondo" del blog "Il giardino dei sapori e dei colori".




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giovedì 23 dicembre 2010

Buon Natale !




Per Natale occorre cannella nei dolci, cinorrodi di rose nella ghirlanda, legna nel camino, cuore aperto, zucchero a velo.....da come parlo  sembra già befana !

                                        Buon Natale !!!!!!!!!


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lunedì 20 dicembre 2010

Minestra di zucca




Con questo freddo ci vuole qualcosa che scaldi come questa minestra di zucca !

Ecco l'ingresso dell'orto in questi giorni...


                                         

Ingredienti

zucca gr 350
patate gr 250
cipolla una piccola
latte di cocco 1 scatoletta da 165 ml
olio 3 cucchiai
sale, curry


Preparazione

Rosolare un attimo la cipolla tagliata a pezzettini nell'olio. Aggiungere  le verdure tagliate a pezzetti piccoli insieme al latte di cocco, salare a aggiungere mezzo  cucchiaino di curry. Cuocere coperto e a fuoco basso fino a quando tutto non risulti morbido.  Eventualmente aggiungere brodo vegetale caldo. Passare nel passapatate e mescolare bene, o frullare.
Invece del parmigiano, una stella cometa di parmigiano.

                                   
Zucche natalizie !


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venerdì 17 dicembre 2010

Baccalà alla marsigliese



Questo post era già pronto ma poi ho visto i commenti al post precedente  e allora aggiungo il racconto di un fatto particolare, sempre i tema di banche del tempo..
Qualche anno fa le banche del tempo della bergamasca hanno curato insieme l'organizzazione del  matrimonio di una socia.
Un grosso lavoro  di organizzazione e di coordinamento, ma è stato un incredibile evento. Qualcosa che nemmeno pagando si sarebbe potuto avere con quel calore, quella cura e quell'affetto, quella gioia.
C'è chi ha fatto il libretto per la cerimonia, chi ha suonato il violino alla cerimonia,  chi ha fatto le bomboniere...Il buffet per 130 persone è stato fatto da tantissime socie e   ognuno ha dato quello che sapeva fare  meglio. Solo la torta nuziale è stata acquistata.  Io ho fatto sei grandi gelatine a forma di cuore  con base di prosecco e lamponi.
Per il ricevimento gli sposi hanno affittato una grande sala di una colonia estiva dove c'era anche una cucina per scaldare i piatti. Il salone decisamente spoglio  è stato abbellito  con  grandi tende di tessuto-nontessuto fermato con tralci di edera raccolti nei boschi. Le tovaglie di carta erano state decorate col decoupage, il prato antistante era decorato con cuori gialli fatti con i petali dei topinambur.... insomma tante formiche laboriose per uno splendido progetto. Senza lussi, ma di grande qualità e calore.
Anche i giornali hanno parlato dell'evento....
Questo è un fatto particolare ma la ricchezza della banca del tempo sta nella sua capacità di aiuto nel quotidiano, piccole piacevoli collaborazioni, una rete di sostegno per quando uno ha bisogno e un piacere nel condividere quello che si sa fare.

Se nella vostra città non ci sono banche del tempo non è un problema, cercate qualche amica o amico disponibile ed incominciate. Bisogna fare un file, da condividere, con l'elenco degli iscritti,  indirizzi e numeri di telefono e con scritto quello che i soci offrono. Fate dei libretti di assegni , ve li potete inventare o copiare da altre banche del tempo... invece di euro scrivere ORE e così si parte. Una  volta nata la banca del tempo una riunione mensile può bastare. Quando sarete diventati una trentina di iscritti potrete valutare un regolamento che vi aiuti con gli scambi... comunque in rete trovate tutto.
Tutto comincia da "io sono disposta a dare questo".... Ovviamente gli scambi di prestazioni avvengono se in quel momento si può, non è un obbligo dare sempre e comunque, è più una gentilezza e un piacere.


Continuo a parlare di Banca del tempo. Con un esempio che ho vissuto di recente. 
Ho scoperto che una socia della mia Banca del tempo ha una collezione di saggi sulla cucina nella letteratura: Leone verde edizioni, collana Leggere è un gusto.
Ho “pagato” (con tanto di assegno) un prezzo espresso in tempo, in ore,  per poter tenere in prestito a casa mia alcuni di questi libri per consultarli con calma. Chi me li ha dati, all'inizio, non era una mia amica, era solo una signora che abitava poco distante da me. In questo modo con una vicendevole utilità, ci siamo conosciute nella banca del tempo e oggi posso curiosare tra i suoi libri di cucina.
Ho tratto questa ricetta da un saggio sulla cucina nei libri di Jean Claude Izzo .
In passato quando ho letto il primo libro di Izzo ho dovuto poi continuare a leggerli tutti rapita dalle atmosfere di Marsiglia, con il suo porto, la sua luce, gli odori, i delitti, gli amori, la mafia, il razzismo, l'integralismo islamico .... Romanzi dove il bene e il male non sono mai ben separati e dove l'amore è nostalgia, conflitto e passione.
Il cibo è ricordo, memoria ...bistrot e cucine amiche calde e confortanti:  storia del mediterraneo.

Baccalà alla marsigliese


Ingredienti

Baccalà filetti 800 gr
funghi 100 gr
cipolle 100 gr
aglio 2 spichi
pomodori 800 gr
olio d'oliva mezzo bicchiere
rosmarino un rametto
vino bianco secco 1 bicchiere
timo, alloro, prezzemolo, sale e pepe


Preparazione

Pulire e tagliare i funghi, tagliare le cipolle e i pomodori, tritare l'aglio e il prezzemolo.
Mettere in un padella l'olio e gli ingredienti tagliati aggiungendo rosmarino, timo e una foglia di alloro.
Cuocere per 10 minuti e aggiungere il pesce. Salare e pepare e aggiungere il vino. Lasciar cuocere ancora per 20 minuti a tegame coperto.
L'ho accompagnato con polenta.




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martedì 14 dicembre 2010

La Banca del tempo



Mi piace pensare al Natale come a un momento dove si fa il punto sulla nostra capacità di rinascere ai sentimenti, è uno stimolo, un fermarsi più che un correre frenetico per negozi.
Su un onda di riflessione su cose buone che scaldano il cuore ecco questo post sulla banca del tempo.

Niente denaro in questa banca. Ma veri e propri “scambi di prestazioni” dove il tempo è la moneta.
Competenze e conoscenze individuali diventano patrimonio del gruppo di soci, ma non gratis….chi dà guadagna le ore di tempo che ha dato, e che potrà spendere a sua volta.
Non ho il tempo di andare per ritirare un documento in Comune e allora chiedo a chi ha più tempo di me, e a chi mi farà la commissione riconoscerò, per esempio, le 3 ore di tempo che ha impiegato per aiutarmi.
Chi mi ha aiutato, col tempo guadagnato, potrà farsi riparare una tapparella e “pagare” così la persona dalle mani d’oro che è intervenuta.
Mani d’oro potrà spendere il tempo ricevuto frequentando un corso di cucina tenuto sempre da una socia.
La socia con le ore di tempo guadagniate col corso potrà farsi progettare il giardino dall’esperta di giardinaggio, questa a sua volta potrà farsi aiutare per un piccolo trasloco, chi ha fatto il trasloco potrà far avere ai figli delle ripetizioni d’inglese, il socio di lingua madre inglese potrà farsi fare una riparazione dalla sarta …eccosì via…..
Nella banca del tempo ci scambia alla pari delle prestazioni la cui unità di misura è il tempo e non il denaro.  
Si rinventano rapporti di buon vicinato, dove insieme all’aiuto agli altri si ricevono aiuti al proprio vivere.
Come in un banca ci sono i libretti di assegni, gli estratti conto …..ma non c’è l’ansia del conto in rosso !!
Faccio parte da più di dieci anni di una banca del tempo e mi sorprende ancora notare come quello che chiedo venga accolto e fatto con un’attenzione e una cura che non otterrei neanche pagando!


Il prossimo post sarà un esempio pratico di scambi della banca del tempo.





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sabato 11 dicembre 2010

Tovaglioli per le feste


Cosa ne dite di questa rosa per decorre la tavola delle feste ? Facile facile. Piegare il tovagliolo a triangolo, nel lato più lungo effettuare delle piegature come si deduce dalla foto seguente  e poi arrotolare. Fermare la punta dopo aver arrotolato fino in fondo  e sagomare un po' le foglie che dovranno aiutare la stabilità della rosa.







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mercoledì 8 dicembre 2010

Myanmar

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Difficile dare un'idea del Myanmar attraverso questo breve racconto. E' come  in questa foto, la realtà non appare in tutta la sua bellezza.... 
Lo stupa della Shwedagon Pagoda (foto qui sopra) è completamente ricoperto d'oro, nella parte più alta ci sono più di 4.000 brillanti,  oltre a tante  altre pietre preziose, fino ad arrivare all'apice con un diamante di 76 carati. Niente di tutta questa luce ci arriva dalle foto.
Anche i sorrisi e la disponibilità delle persone, il profondo misticismo buddista, il nostro sentirci esploratori, persone diverse e accolte, la loro serenità ... sono cose che non riesco a far traperlare dalle foto che potete vedere qui.

L'oro brilla ovunque in Myanmar, rinnovato nei templi da fedeli  che attaccano piccole lamine sottili o rinnovato annualmente dopo i danni dei monsoni  sugli stupa dove,  con strutture di bambù per noi improbabili, ma invece sicurissime e forti,  arrivano così a ridare lucentezza e preziosità. L'oro brilla all'interno di ciottole di sottile bambù reso duro come la pietra da lacche resinose nere e brillanti. L'oro brilla sulle vesti dei buddha, nei legni ricoperti e impreziositi nelle pagode...

                              

I templi spesso ci contagiano per la tranquillità, sono posti sereni che inducono alla contemplazione, luoghi che  ci stupiscono perchè accolgono le persone per quello che  desiderano:  per parlare, per giocare con i figli, per mangiare, per incontrare la fidanzata, per dormire,  per meditare, per pregare, per sperare in un buon futuro  con offerte di acqua, di fiori, di banane... C'è una particolare naturalezza nel vivere il grande spazio comune del tempio dove la  devozione si mescola con tanti rituali e filosofie. Colori brillanti e caldi che creano atmosfere magiche talvolta però stravolte da moderni effetti luminosi come le aureole elettroniche intorno alle teste dei buddha !

                              

                              

                               

I templi e le pagode non sono i soli luoghi di devozione. Ci sono anche rocce venerate e ricoperte d'oro come la Roccia d'Oro di Kyaik-tiyo, o la roccia alla Nwa-laBo pagoda ....... dove non si spiega l'equilibrio, la forza di gravità sembra non esserci   ... E i fedeli aiutano i delicati equilibri con dei piccoli  bastoncini  messi a sostegno !
                                

                                                 

                                          
Ci fa sentire esploratori raggiungere questi posti perchè si viaggia sul pianale dei camion insieme ai fedeli e poi si devono percorrere lunghi tratti a piedi..... o in portantina come ho fatto io (mi  vergogno un po'...).

A Bagan  i più di  2.300 templi  di mattoni rossi e oro sono  sparsi nella pianura vicino al maestoso fiume Irrawaddy,  in mezzo a stradine polverose percorse da capre,  mucche e calessi di turisti e al loro interno nascondono  statue di buddha bellissimi e incredibili affreschi.

                             

                               



Tutto ci stupisce.... i mercati con i loro odori impossibili,  le persone così belle,  dignitose e vestite con  colori  accesi, le donne con il volto dipinto di bianco con la pasta di thanaka, un legno che viene grattugiato e impastato, che protegge dal sole e rende bella la pelle,  gli uomini vestiti con comodi longyi, una specie di gonna allacciata in vita....

                             

                              

Donne e uomini che si spostano con camioncini stracarichi di merci e di persone all'inverosimile, attaccati dietro, seduti anche sul tetto...
                                 

Donne infaticabili che trasportano legna, che vendono ai mercati, che accomodano le strade, donne mondine, donne che tessono, che lavorano negli orti  galleggianti,  spesso con qualche figlio legato addosso, anziane che fumano cheroots, grossi sigari di mais fatti a mano...
Donne e uomini  che ti sorridono e che vogliono che tu prenda il the con loro per festeggiare insieme il loro giovane figlio che sta per diventare un novizio monaco....

                             

                             

                             


                             

Tantissimi monaci, spesso solo in preghiera o qualche volta intenti ad insegnare e a prendersi cura del proprio tempio.
Anche tante suore dal vestito rosa acceso. Monaci e suore in file diverse per chiedere qualcosa per il loro pasto, uomini e donne che non possiedono niente e che vivono di carità. Monaci che fin dal finire della notte fanno sentire le loro litanie che invitano alla preghiera.

                              

  


L'operosità di questa gente è più che evidente sul lago Inle, dove sull'acqua in mezzo a giacinti  e fiori di loto vengono coltivati orti galleggianti,  concimati dalle alghe che ogni mattina vengono "pescate". E poi pescatori che remano aiutandosi anche con la gamba con un curioso movimento d'anca e le tante  canoe dei mercati galleggianti...Case galleggianti dove si arrotolano sigari o si tesse la seta o un sottile filamento tratto dal gambo del fiore di loto... e anche qui templi con strane attrazioni ...tipo "gatti saltanti"!

                               

                               

                               

Un mondo stupefacente, fermo nel tempo e con persone semplici, dignitose  e cordiali.

La politica contribuisce a tenere questo popolo fermo. I siti in Internet sono inaccessibili, non vengono vendute  automobili nuove , le strade sono terribili, abbiamo visto veramente poche scuole, mancano le medicine.... L'aver indetto  recentemente le elezioni e la liberazione del nobel Aung San Suu Kyi farebbe intravedere un cambiamento che ci si augura non fatto solo... per non cambiare niente. 

Ultima piccolissima nota per il cibo che viene cucinato lungo tutte le strade e nei mercati ad ogni ora del giorno. Pesci secchi dall'odore nauseabondo si alternano a banane di tanti tipi, papaie e grossi pomeli leggermente profumati d'incenso dal sapore un po' piccante. La cucina risente delle influenze dell'India, della Thailandia... e spesso abbiamo mangiato riso con verdure al curry, fagiolini conditi con salsa di arachidi,  noodles con funghi e verdure e deliziose zuppette di ceci e di lenticchie.
Mi spiace di non potervi dare la ricetta degli spiedini qui sotto !





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lunedì 29 novembre 2010

Budino di banane


Tornata !  E' andato tutto bene, è stato un grande viaggio ! Sono ancora stordita dal cambiamento, certo di clima (da più di 30° a questo freddo umido !) ma soprattutto dal rumore, dal grigio, dal Natale vicino... Mi ci vorranno un po' di giorni per riabituarmi,   per sistemare le foto e poi raccontare... Dunque rimando il resoconto del viaggio nel Myanmar ad un prossimo post !
Tornata a casa  mio figlio mi ha fatto trovare un po' di spesa  e tra le varie cose ... ben sette banane ! Ho dovuto, proprio dovuto, provare a fare quel delicato budino di banane che ho mangiato tante volte là, consapevole però che avrei più che altro evocato sapori e non certo riproposto... !!







Ingredienti

banane 3
zucchero 2 cucchiai
latte 50 gr
semolino 1 cucchiaio


Preparazione

Frullare le banane con lo zucchero e poi frullare ancora con il latte. Aggiungere il semolino, mescolare e mettere in una piccola pirofila in modo che  il budino risulti alto 2 cm.  Cuocere a 170° per 45'. Si può servire anche tagliata  a quadrettini.




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venerdì 29 ottobre 2010

La valigia è pronta

                              

Colori d'autunno: nerine rosa chiaro

Il blog resterà fermo per un mese. Parto per un viaggio in Myanmar.
Approfitto dell'annuncio della  pausa di questo blog per  ringraziarvi dell'affetto,  del  sostegno e la simpatia che mi avete dimostrato. Grazie,  siete una bella e piacevole compagnia !!   Quando torno  dalla Birmania vi racconto !!  Aspettatemi eh ?!
See you !

Ancora colori d'autunno:



Aconito 


e questa pianta non mi ricordo come si chiama. Fiorisce  adesso in ottobre e mi sembra che il suo nome incominci con la T.... mannaggia la memoria !! Qualcuno sa il nome ?
...Grazie ad Ornella adesso sappiamo che è un Tricyrtis !!



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